Il team di MadonnaTribe è felice di poter tornare alle origini delle tre decadi in cui Madonna ha regnato sulla musica pop. Mario John di MTribe è emozionato nell’incontrare il mitico Stephen Bray, l’autore, batterista, e produttore che ha scritto insieme alla Regina del Pop successi quali Into The Groove, Express Yourself, True Blue, Each Time You Break My Heart, Where’s The Party e Causing A Commotion, solo per nominarne alcuni, per non parlare poi del grande lavoro fatto sulle prime canzoni di Madonna e sul suo primo album omonimo.
Ed e’ tutto cominciato con i Breakfast Club! Ed i ragazzi sono tornati con un disco nuovo di zecca che è disponibile da questa settimana su i-Tunes e sono qui con noi per parlarci proprio di questo.
Ma prima di tutto facciamo un passo veloce nel passato e ricordiamo la storia della band. I membri attuali dei Breakfast Club si sono incontrati tutti nei primi anni 80 e hanno lavorato però con Madonna in tempi differenti.
Il gurppo originale è nato a New York alla fine degli anni settanta, fondato dai fratelli Dan e Ed Gilroy e con la bassista Angie Smit e Madonna Ciccone alla batteria. Madonna poi li ha lasciati per formare la sua propria band, gli Emmy, con il suo vecchio amico del Michigan Stephen Bray come batterista e con Gary Burke (che suonava anche allo stesso tempo con i Gilroy) al basso.
Quando Madonna ha incominciato la sua carriera solista nei primi anni 80, Stephen la ha aiutata col suo primo album e alla fine si è unito ai fratelli Gilroy e Burke nei nuovi Breakfast Club…
Ciao Ragazzi, è un piacere avere Stephen Bray e i Breakfast Club qui su MadonnaTribe.
Stephen Bray: Grazie mille, appreziamo molto il vostro interesse!
Prima di tutto volevo chiedere, come mai il gruppo è stato chiamato Breakfast Club e chi si e’ inventato il nome?
Dan Gilroy: Avevamo preso l’abitudine di andare all’International House Of Pancakes con qualsiasi mucisita avessimo intorno (pancake di grano saraceno e il vero sciroppo d’acero ce lo portavamo noi)… ci dicevamo, “vogliamo fare un breakfast club?” che era anche un gioco di parole che si riferiva ad un vecchio show radiofonico di Chicaco che si chiamava appunto Don McNeil’s Breakfast Club. Suonava molto bene e quindi abbiamo deciso di usarlo come nome del gruppo. Siamo stati predecessori di tutti quei gruppi che avevano la parola “club” nel nome come i Gun Club, Culture Club e il film “The Breakfast Club”.
Stephen Bray: Quando quel film usci nel 1984 per noi è stato davvero un grande problema visto che Dan e Ed usavano quel nome fin dal 1978! Abbiamo passato molto tempo a pensare e discutere se cambiare nome ma non ce ne venivano in mente altri interessanti. Nel 1986 ci guardavano tutti storto per quel nome, ma sento che tenercelo e’ stata la decisione giusta.
Potete raccontarci qualcosa in più dei primi anni dei Breakfast Club? Che idea c’era dietro la band, e quale era il ruolo di ogni membro? Madonna suonava solo la batteria vero?
Dan: Facevamo delle serate come Acme Band in giro per New York nel 1978. Ho incontrato Madonna e poco dopo si è spostata nel quartiere di Corona, dove avevamo gli strumenti: batterie, chitarre, etc. Con il suo background da ballerina e il suo buon senso del ritmo Madonna ha imparato a suonare la batteria molto in fretta. Quindi i primi componenti del gruppo eravamo io, mio fratello Ed alla chitarra, Madonna alla batteria e Angie Smit, che fu scelta da Madonna dopo averla incontrata in un club, al basso.
Che giorni erano quelli? Sappiamo che Madonna era determinata, ma voi, provate a raggiungere il successo come lei oppure avevate dei lavori e suonavate solo per vedere cosa poteva succedere?
Dan: Ci piaceva suonare e volevamo fare concerti! Dividerci 100 dollari in quattro era divertente ma non ci pagavamo l’affitto, perciò, sì, noi (anche Madonna) avevamo bisogno anche di avere un lavoro.
Stephen: Mi inserisco ma è fuori dalla sequenza. Io sono arrivato a New York nel 1980 ed era la prima volta che ci tornavo da quando avevo 7 anni. Ero senza un dollaro e per la maggior parte del tempo avevo solo la stoffa in tasca ma ero estasiato dall’idea di diventare un newyorkese. Ho cominciato subito a provare con Madonna and Gary [Gary Burke, che suonava il basso nella band di Madonna “Emmy”] e nel 1982 ho preso il treno per arrivare a Corona per provare anche sulle canzoni di Dan e Ed.
Vivevo il piu delle volte in un loft dove si facevano le prove sulla ottava strada che era perfetto per una vita da romantico artista bohémien. Fare serate al Max’s Kansas City, Danceteria, CBGB e in i tutti club più in del momento era come stare in paradiso. Ad un certo punto suonavo cosi spesso al CBGB che ormai lasciavo la mia batteria nel loft sopra il palco. Questo succedeva dopo l’apice dei Talking Heads e dei Blondie ma rimanevano sempre tempi magnifici.
Parlando dei vecchi tempi, qualche anno fa è stato fatto un film per la televisione un po’ squalliduccio sui primi tempi di Madonna a New York, si chiamava Innocence Lost. Nel film ovviamente c’eri anche tu, con un nome diverso, forse per evitare dispute legali. Hai visto quel film? Non ti sembra strano che pezzi della tua vita vengano presentati e distorti cosi in tv?
Stephen: Ho visto qualche film biografia di quei primi tempi e sono divertenti da guardare. I film mi piacciono quanto mi piace la musica, ma nessuno di questi ha mai catturato il momento secondo me.
Se non eri lì ti tocca fare supposizioni su alcune cose e penso che nella maggior parte dei casi questi film abbiano fatto supposizioni sbagliate. Uno di questi giorni qualcuno darà la giusta versione o almeno ci arriverà vicino. Devo dire che essere inserito in questi racconti sull’inizio della legenda di Madonna è più lusinghevole che imbarazzante.
Ok torniamo alla musica, nel 1987, mentre ti godevi il successo come acclamato autore di canzoni e mentre componevi la colonna sonora del film Who’s That Girl, tu e Dan avete portato al successo i Breakfast Club con un bell’album e il singolo Right On Track che è arrivato al numero 7 nella classifica US Billboard Hot 100 e con il remix di Jellybean la canzone è entrata anche nella top ten delle classifiche dei club.
In classifica eri in competizione con te stesso con le altre canzoni che avevi scritto insieme a Madonna. Che ti ricordi di quel periodo? Qualche episodio divertente?
Stephen: Ah, quelli erano giorni! Mi ricordo che ad un certo punto Ed Gilroy cominciò a dire: accendiamo la “Braydio”. Perché c’era un momento meraviglioso in cui potevi sentire varie canzoni che avevo scritto o prodotto.
Non l’ho mai visto in termini di competizine visto che il sogno di tutta una vita era essere passato in radio, quindi ero pieno di gratitudine. Forse gratitudine e stanchezza.
Questa settimana i Breakfast Club ritornano! E con un nuovo progetto!
State preparando due E.P. di canzoni, il primo, intitolato Percolate, è già disponibile su iTunes, Amazon, Spotify ed altre piattaforme streaming.
Si tratta di nuove canzoni o di vecchie canzoni inedite rielaborate?
Stephen: Quello che abbiamo al momento è materiale scritto nel corso degli anni – una parte è dei primi anni ’80 e qualcosa della fine di quegli anni dopo il nostro momento alla MCA. La tua domanda pero’ mi ha dato l’idea di includere del nuovo materiale nelle nostre prossime uscite. Percolate rappresenta le canzoni degli anni ’80 e ne abbiamo ancora cinque o sei da fare uscire, le cose che noi chiamiamo Second Breakfast. In questo c’e’ anche il lavoro raffinato di Randy Jackson. Abbiamo scritto molte canzoni insieme e lui suona e canta (in modo magnifico aggiungo) su molto del materiale degli anni ’80.
Mi hai fatto ascoltare Percolate in anteprima e sono sorpreso di come siate riusciti a riportare in vita l’essenza del suono Breakfast Club, il ritmo pop, le chitarre, ma lo avete reso più moderno. Raccontatemi un po’ di più di Percolate. Da dove viene il titolo?
Dan: Il titolo ‘Percolate’? mh… non so? Una parola fa capolino nella tua testa e pensi “rimbalza in testa molto bene!” E’ una specie di mistero – quasi come dare il nome ad un figlio… Non lo sai mai fino a quando un nome non ti entra in testa e ti suona bene. Se poi tutti dicono, “sì, perché no?” allora sai che potrebbe andare bene.
Stephen: La cosa più divertente del lavorare sul vecchio materiale è stato il processo di scoperta. Scavando tra i demo e trovando vecchi suoni strani e ritmi del 1982 scopri che molti gruppi giovani di oggi incorporano suoni simili nella loro musica. Sono un grande fan degli Empire of the Sun e percepisco un approccio molto moderno alle cose che abbiamo fatto noi ai nostri tempi. Le vocals di Dan sono strepitose, delle odi sfacciatamente romantiche a relazioni che vanno bene e che sono andate male e credo che superino bene la prova del tempo.
Come mai avete deciso di portare i Breakfast Club di nuovo sulla scena nel 2016?
Stephen: Abbiamo troppe canzoni e troppa musica bella per poterla ignorare! I Breakfast Club sono stati per me un’esperienza incredibile di 10 anni e volevo condividere l’album dei ritagli con le persone a cui piacevamo in quegli anni.
Avete in programma di fare dei concerti dal vivo, presentando queste canzoni e i classici dei Breakfast Club?
Stephen: Ci piacerebbe molto suonare insieme di nuovo. Stiamo valutando delle opportunita’ e abbiamo voglia di tornare sul palco. Una bella reunion la dobbiamo proprio fare!
Stephen, come co-autore di Express Yourself, volevo chiedere la tua opinione sulla controversia su Born This Way. La canzone ormai è comunemente descritta come “plagio/omaggio/parodia” di Express Yourself‘ a seconda di quanto chi parla è fan di Gaga. Se non mi sbaglio Express Yourself era ispirata a Respect Yourself, la canzone dei primi anni ’70 degli Staple Singers. Sono curioso di sentire che ne pensi, visto che tu hai messo insieme le note di questo acclamato classico di Madonna.
Stephen: Mi piace l’idea che l’imitazione è la più sincera forma di adulazione. Per quanto riguarda Lady Gaga, penso sia un gigante creativo per questo non trovo la situazione per niente controversa. Se hai visto quel video “tutto è un remix”, mostra quanto lavoro è ispirato e formato da ciò che è venuto prima. Credo che il punto sia quello di stare attenti a rimanere solo “ispirati da”, quando si scrive. C’è sicuramente un argomento comune di autostima e di rispetto per sè stessi sia nella canzone degli Staple Singers che in Express Yourself e sono sicuro che ci sono tantissime altre canzoni che esplorano quel tema.
Parlando di Express Yourself, hai una tua versione preferita (remix o live)?
Stephen: Adoro il lavoro che Shep Pettibone ha fatto su tutte le mie canzoni, e specialmente il suo remix di Express Yourself . Un mio grande rimpianto e che non ho mai avuto l’occasione di lavorare su qualcosa con lui. Forse ci potrebbe aiutare con il nuovo materiale dei Breakfast Club!Sarebbe magnifico, anche io sono un grande fan delle canzoni e dei remix di Shep. Ok, di tutte le canzoni che hai scritto con Madonna, ce n’è una che ami piu’ di tutte?Stephen: Di quelle che ho scritto sicuramente Into The Groove. Di quelle che ho prodotto sono molto fiero di Papa Don’t Preach.Stavo ascoltando la Extended Version di Papa Don’t Preach che sta sul singolo proprio l’altro giorno e ho notato che ha un suono molto Breakfast Club. Hai prodotto tu anche quella versione?
Stephen: Si, quello è un remix che ho fatto con Michael Verdick presso la Hit Factory a NYC. Credo che ora sia un condominio o una cosa del genere – ci sono stato recentemente ed era sparito tutto…
C’è voluto un po’ per fare quel remix perché stavamo usanto un nuovo sistema che si chiamava Total Recall della SSL e non funzionava bene il più delle volte.
Se non ricordo male abbiamo fatto una session maratona di 72 ore ma alla fine è riuscito bene.
Fra l’altro dovrebbe essere ricordato che Michael V sia il legame fra molta della musica di Madonna e dei Breakfast Club. Ha missato e lavorato su Live to Tell e si puo dire con sicurezza che è MOLTO responsabile di quel sound grazioso e lussureggiante. Ovviamente senza nulla togliere al genio Pat Leonard! Pat rispettava Michael così tanto che me lo ha presentato e ha suggerito che lavorassi con lui sulle mie canzoni di True Blue.
Ho poi portato Michael nel mondo dei Breakfast Club e lavoriamo ancora insieme oggi.
Papa Don’t Preach è anche una delle poche canzoni di quel periodo che non sono state scritte da Madonna stessa con te o con Patrick Leonard. Da dove è spuntata fuori?
Stephen: Papa Don’t Preach è una canzone scritta da Brian Elliot. Da quello che ho capito è stato Michael Ostin alla Warner Bros a trovare la canzone. Mi ricordo di aver ricevuto una cassetta (nel 1985 piu’ o meno) del demo ed ero molto contento di poterci lavorare. Era una bella sfida poter lavorare su una canzone che non avevo scritto io.
Papa Don’t Preach era il primo singolo uscito insieme all’album True Blue, che è stato l’album con cui hai debuttato come produttore. Hai sentito la pressione di dover lavorare su un disco che seguiva il successo enorme del Like a Virgin prodotto da Nile Rodgers?
Stephen: Sì, la pressione è stata tanta nel seguire le orme strepitose di Nile Rodgers ma Madonna ha un modo di donarti la confidenza in te stesso. Mi ricordo di quando abbiamo fatto ascoltare l’album a Michael Ostin e Lenny Waronker nello studio di Michael Verdick a Burbank e fingevo tranquillità e calma. Mi sono sentito MOLTO sollevato quando ci hanno dato il semaforo verde.
Da fan di lunga data sono molto curioso delle canzoni che non sono poi finite sugli album. Perciò ora che ti ho qui non posso astenermi dal chiederti cose… Per esempio, che ci dici delle “misteriosa” canzone Desperately Seeking Susan che tu e Madonna avete scritto per il film e che fu scartata in favore di Into The Groove?Stephen: Desperately Seeking Susan non conta veramente perché aveva bisogno di essere ripulita e non l’abbiamo mai fatto dal momento in cui ci hanno detto che non ne avevano bisogno per il film. Avremmo bisogno di una macchina del tempo o di una macchina che ci porta in una realta’ parallela per far rivivere quella canzone. Mi è sempre piaciuta molto Can’t Stop da Who’s That Girl ma sento che non l’ho proprio sviluppata bene dal punto di vista musicale e non è diventata quello che poteva essere.
C’è anche una canzone che si chiama First, There’s a Kiss che è bellissima, ma di nuovo, non siamo mai arrivati ad una versione finale perché fu scartata durante la lavorazione di Like a Prayer.
Mi ricordo che ai tempi in cui è uscito Like A Prayer, a Marzo 1989, First, There’s a Kiss era già dato come uno dei titoli “scartati” e si vociferava fosse una canzone sull’AIDS e che promuoveva il sesso sicuro, ce lo puoi confermare? Qual era il feel di quella canzone?
Stephen: Potrebbe essere vero – il testo potrebbe certamente essere interpretato in quel modo. E’ una melodia molto accattivante piena zeppa di fantastiche armonie. Forse i fan di Madonna dovrebbero convincerla ad affinarla e farla uscire, uno di questi giorni.
Sarebbe favoloso! Dopo tutto ha ripreso la versione demo di Erotica per il Confessions Tour nel 2006, quindi la possibilità di sentire una versione finita di First, There’s a Kiss in futuro potrebbe esserci… Allora, Into The Groove è una della mie canzoni di Madonna preferite da sempre e adoro ogni versione che esiste! Ti ricordi il giorno esatto quando avete scritto la musica e le parole?
Stephen: Grazie! Non mi ricordo il giorno esatto ma ho un quadro vivido di dove e come. L’abbiamo prodotta con un budget molto basso – registrata su 8 tracce su una piccola console Ramsa e con un microfono Shure 58.
Mi ricordo queste cose ed una tonnellata di fili che connettevano i sequenziatori Oberheim e Roland tutti stipati in un piccolo appartamento nella parte est di Manhattan. Sono sicuro che puoi sentire dei cani che abbaiano e della gente che urla in sottofondo della traccia separata in cui Madonna canta. Madonna stava girando Cercasi Susan Disperatamente proprio in quel posto quindi è facile risalire al periodo.
Stephen: Ok – grazie di nuovo per le domande che mi stai facendo. Si, Adoro la nuova versione! ci siamo divertiti molto a lavorare su quelle canzoni di True Blue. Madonna ed io adoriamo entrambi quel pop vecchio stampo ed è uno dei motivi per cui abbiamo funzionato.
Pensi ci sia una possibilità di poter scrivere nuove canzoni con Madonna in futuro? I fans vorrebbero davvero ascoltare nuove canzoni dal “team storico”…
Stephen: In breve, si mi piacerebbe. Io ho preso un’altra strada ultimamente, verso il musical teatrale ma so ancora come far funzionare un sequencer.
Come ultima domanda voglio chiederti come hai conosciuto Madonna. Qual è il ricordo che ti è rimasto più impresso del giorno in cui l’hai incontrata?
Stephen: Oh è facile – E’ successo come nella canzone degli Human League, solo che io ero il cameriere in un bar di cocktail. Lavoravo in un bar a tema discoteca Febbre Del Sabato Sera e lei è entrata per ballare con alcuni amici. Contrariamente a quanto ha raccontato lei, mi ricordo di essere stato io a comprarle un gin e tonic. Se lo era meritato dopo che aveva ballato attirando l’attenzione di tutti i presenti.
Grazie Stephen, Dan e Ed per aver condiviso con me i vostri preziosi ricordi. Ci risentiamo per il prossimo E.P. dei Breakfast Club per continuare la chiacchierata!
Percolate, il nuovo EP dei Breakfast Club, è ora disponibile su iTunes, Amazon, Spotify ed altre piattaforme streaming.
Intervista scritta e condotta da Mario John per Madonnatribe.com.
Percolate, il muovo EP dei Breakfast Club, prodotto da Stephen Bray e Michael Verdick per Masterphonic, è disponibile su iTunes, Amazon, Spotify e altre piattaforme digitali.
Track list:
1 Court of Love 4:16
2 Mirage (3:28)
3 Can’t Put My Finger on It (3:41)
4 It Just Don’t Get Any Better (4:10)
5 Hello (4:25)
Breakfast Club
Dan Gilroy: Vocals
Ed Gilroy: Guitar and Vocals
Gary Burke: Bass and Vocals
Randy Jackson: Bass and Vocals
Stephen Bray: Drums, Keyboards and Vocals