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Lo avete visto ballare con Madonna sul
palcoscenico e nel fantastico video d Don't Tell
Me. E adesso Jull Weber - il ballerino
preferito del Drowned World Tour - arriva su MadonnaTribe
per raccontarci i suoi ricordi e farci dare uno sguardo
alla sua incredibile carriera nel mondo dello spettacolo.
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MT: Ciao
Jull e benvenuto su MadonnaTribe
Per cominciare parliamo di come è iniziato tutto
per te. La danza ha un ruolo importante nella tua famiglia,
i tuoi genitori sono famosi come coreografi e insegnanti.
Tutto questo ha reso le cose più facili o più
difficili, quando è arrivato per te il momento di
scegliere la tua strada nel mondo dello spettacolo?
JW: A dire il vero, nonostante io sia di fatto cresciuto
danzando, avevo quel senso naturale di ribellione che abbiamo
un po' tutti da giovani. Per questo, è buffo pensarci,
ho sempre detto a tutti quanti - compresi i miei genitori
- che mai, mai avrei ballato, e che non sarei mai diventato
come loro. Questo è il motivo per cui sono finito
a frequentare architettura al college. Ma dopo gli studi
e dopo che mi sono trovato a fare un lavoro con orari da
ufficio, mi sono reso conto che quello non era ciò
che faceva per me, e che il mondo dello spettacolo mi mancava,
e così ho fatto i bagagli, mi sono spostato di nuovo
a 3000 miglia di distanza, sperando di avere fortuna. E
ora eccomi qui, riconoscente per aver preso quella decisione.
MT: Parlaci del tipo di musica
che ha influenzato la tua vita, che cosa ascolti quando
non sei sul palcoscenico o in sala prove?
JW: Che ci crediate o no, essendo cresciuto
in una palestra di danza costretto ad ascolare musica ogni
singolo giorno durante le lezioni, ho finito per non aver
mai avuto uno stereo o un registratore mio. Ad ogni modo,
posso dire tranquillamente che tutta la musica degli anni
'80 e '90 ha influenzato in un modo inconscio la mia maturazione
di adolescente.
Ora le cose sono un po' diverse, ho uno stereo e dei CD
e da quell'inguaribile romantico che sono mi piacciono le
ballate latine. Come questo gruppo latin chiamato Sin Banderas,
ad esempio. Hanno delle voci incredibili; mi piace starmene
seduto e non fare altro che rilassarmi.
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MT:
la tua prima esperienza di lavoro con Madonna è
stata il video di Don't Tell Me. Era la prima volta che
la incontravi?
JW: Sì, dopo aver
deciso di spostarmi a Los Angeles, tutto è successo
molto in fretta.
Ho cominciato a prendere delle lezioni, ho trovato un
agente, e dopo tre mesi ho fatto l'audizione per il video.
Quello per Madonna è stato il mio primo lavoro
da professionista negli Stati Uniti. Quindi sì,
il video è stata la prima volta che l'ho conosciuta.
MT: Cosa ricordi della tua esperienza
sul set?
JW: Mi ricordo che nel deserto dove abbiamo
girato faceva davvero freddo, mi stavo congelando. E anche
di Jamie King, il coreografo, che era davvero severo e
esigente.
Ma nel complesso lei è stata molto carina, molto
professionale, e molto competente.
MT: C'erano due alti grandi artisti coinvolti
nella creazione del video, uno di questi è il regista,
Jean Bapstiste Mondino. Come è stato lavorare con
lui?
JW: E' abbastanza un personaggio, come
uno di quegli artisti incompresi.
Sapeva esattamente ciò che voleva e ci spiegava
il simbolismo che c'era dietro le diverse inquadrature.
Mi ha colpito molto.
MT:
Le coreografie del video sono state create da Jamie King,
con cui hai lavorato ancora in molte occasioni dopo quella
volta. Come ci si trova a far parte della sua squadra?
JW: Jamie è una
grande persona. Come ti ho detto prima, è molto
esigente. Gli piace che tutto sia fatto in maniera rapida
e precisa.
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Ha
anche un occhio incredibile per gli errori, per cui sa rendersi
contro di qualsiasi cosa che non vada bene.
Credo che il successo che ha avuto sia completamente meritato.
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MT: Che ruolo ha avuto Madonna nella tua
vita fino al momento in cui hai lavorato con lei al video
di Don't Tell Me? Era il genere di artista con cui avresti
voluto lavorare?
JW: Certamente. Lavorare con lei è
il massimo. I suoi spettacoli sono stati talmente incredibili,
il sogno di ogni performer.
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MT: Tutto il lavoro che hai fatto con Madonna negli
anni ha cambiato l'opinione che ti sei fatto di lei?
Hai avuto modo di conoscerla anche su un piano più
personale o è tutto si è fermato al livello
di un rapporto di lavoro?
JW: L'abbiamo conosciuta meglio come persona
durante il tour. Ho avuto modo di notare come sia una persona
con un grande istinto materno, le piace prendersi cura delle
persone.
E' davvero una bella persona.
MT: Il promo tour "Rock 'n' Roll Circus"
per l'album "Music" è stato anche il tuo
primo contatto con i fan di Madonna e i suoi spettatori
dal vivo. Cosa ricordi di quella esperienza?
JW: Accidenti, i suoi fan sono davvero
incredibili. Hanno così tanta eccitazione e sprigionano
così tanta energia che hanno veramente reso il mio
lavoro molto ma molto più semplice.
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Mi
piace molto usare l'energia che viene dal pubblico come
guida per quello che devo fare sul palco.
MT: E poi ti sei ritrovato "on the road"
con Madonna e il suo Drowned World Tour.
Puoi raccontarci un po' di quello che è accaduto
prima del tour, del processo creativo che c'è stato
dietro allo spettacolo e di come si sono svolte le prove?
Vi è capitato di lavorare su canzoni o coreografie
che alla fine non sono state usate nello spettacolo?
JW: No. Dopo le audizioni per il DWT, abbiamo avuto
esattamente tre mesi per completare lo spettacolo. Quando
noi ballerini siamo arrivati l'intero show era già
definito in tutto. Si è trattato solo di insegnarci
le coreografie. Ogni settimana imparavamo un nuovo numero.
Come un meccanismo ben oliato.
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MT:
Hai avuto modo di vedere qualcuno dei vecchi concerti
di Madonna dal vivo? Come paragoneresti il Drowned World
Tour ai precedenti?
JW: No. Ero un po' piccolo per andarla
a vedere quando è venuta a Portorico la volta prima.
Ho avuto modo di vedere lo show registrato in seguito.
I suoi vecchi spettacoli mi sono piaciuti tantissimo.
MT: Da professionista dello spettacolo,
qual'è la cosa più importante che porti
con te della tua esperienza in tour con Madonna?
JW: Ho imparato che il lavoro è
molto duro. E che devi lavorare sodo, e essere molto preparato
per potercela fare.
MT: Quando accadde la tragedia dell'11
settembre vi trovavate a Los Angeles per le ultime date
del tour. Deve essere stato molto difficile andare ancora
in scena per le tree serate conclusive, ed è stato
senza dubbio qualcosa di più complesso di un semplice
"the show must go on".
Cosa ricordi
di quei momenti, e che cosa di quegli eventi che ci hanno
cambiato tutti per sempre si è riflesso nello show?
JW: Madonna lo ha trasformato
in un evento commemorativo. Ha parlato in tutti i concerti
della tragedia. Non stavamo lì semplicemente a
continuare il nostro tour, andavamo in scena per celebrare
la gioia e la felicità, ancora di più in
quei momenti di difficoltà.
MT: Nello spettacolo hai anche avuto
un successo personale e sei stato uno di quei ballerini
per cui i fan letteralmente impazzivano.
Come è stato tutto questo - dal tuo punto vista?
JW: E' stato incredibile. Non mi era
mai capitato ninete di simile prima. Mi faceva fare la
mia parte meglio - ogni volta di più.
MT: Il tour ha toccato molti paesi diversi.
Quali sono i fan che ti hanno colpito di più?
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JW:
Beh, amo l'Italia. In realtà durante una delle estati
che ho passato al college ho vissuto lì per tre mesi
studiando arte, storia, e la lingua italiana. Perciò
io e l'Italia avevamo già qualcosa in comune.
Ma oltra ll'Italia, mi è piaciuta Parigi, e ho trovato
Berlino molto interessante: una città con un bagaglio
emozionale così ricco, piena di gru e cantieri, e
all'avanguardia della tecnologia. E' stata un'esperienza
unica.
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MT: Come era la vita in tour? Tutti dicono che
nei tour con Madonna ogni cosa è programmata e organizzata
in modo meticoloso. Come sono strutturati un tipico giorno
di lavoro e uno di riposo?
JW: Quando si lavora si arrivava verso
le due del pomeriggio, si prova, ci si prepara, ed il momento
dello spettacolo é arrivato. Nei giorni di riposo
andavo alla scoperta delle città, godendomi i vari
musei e i monumenti storici.
MT: Hai un ricordo particolare di quel
tour? O qualche aneddoto divertente che è successo
dietro le quinte?
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JW: Il mio ricordo più bello è
quello del giorno del mio compleanno e il modo in cui
Madonna ha voluto festeggiarmi, mi ha sculacciato 23 volte,
mi ha cantanto "happy birthday", mi ha regalato
dei vestiti molto belli e una torta buonissima.
MT: Hai avuto modo di vedere il Re-invention
Tour la scorsa estate? Cosa pensi del lavoro che Madonna
ha fatto con Jamie questa volta?
JW: Credo che Jamie abbia molto talento
e che abbia fatto un ottimo lavoro. Ha molto occhio per
gli spettacoli live di quel genere.
MT: Da ballerino professionista hai praticato
diverse discipline, dal jazz al balletto classico al modern,
all'hip hop e persino le arti marziali e lo stunt fighting.
C'erano molte coregorafie diverse nel Drowned World Tour,
qual'era il tuo numero preferito?
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JW:
Il numero più divertente era quello con le arti marziali.
Mi è piaciuto molto tutto il combattimento e dare
tutti quei calci nel fondoschiena.
MT: Hai anche studiato architettura al MIT. E'
stato in un certo senso un completamento della tua formazione
personale, una passione, o qualcos'altro ancora?
JW: Mi sono sempre piaciute le case e il
design. Anche se avevo in progetto di diventare ingegnere,
credo che architettura sia stata un'ottima scelta. Ho avuto
modo spaziare tra molte materie diverse, dalle scienze e
la matematica all'arte e alla storia.
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MT: Hai studiato recitazione e sei stato
Joey in "Honey", il film del 2003 del regista
Billie Woodruff sui sogni e le aspirazioni dei giovani danzatori.
Ti trovi meglio sul palcoscenico dal vivo o sul set?
JW: Mi piace anche il set. Hai più
opportunità di fare bene una scena. Dal vivo hai
solo una chance, devi farla bene per forza.
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MT: Hai anche ballato nel video
di "Red Blooded Woman" di Kylie Minogue. Come
è lavorare con Kylie?
JW: E' un'altra artista meravigliosa.
Molto carina e gentile.
MT: Lo scorso anno i fan si domandavno
se il "moicano" del Drowned World Tour avrebbe
fatto parte del Re-Invention Tour ma tu stavi lavorando
con Paulina Rubio in quel periodo. Paulina, che è
un'artista latina di grande successo, ha chiamato a lavorare
al suo tour due facce familiari, Dago González
e nuovamente Jamie King.
Che puoi dirci di questo tour e come è stato ritrovarti
a lavorare di nuovo con tutti loro?
JW: E' incredibile perchè ho potuto
viaggiare per tutto il Sudamerica, e scoprire posti nuovi.
A dire il vero sono ancora in tour con Paulina, quindi
ho ancora un po' di divertimento che mi aspetta.
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MT: Hai
anche avuto modo di lavorare con Dago Gonzàlez in
tre video musicali per artisti come Soraya, Ednita Nazario
e Storm. Dago è una persona dotata di un talento
eccezionale e ha creato dei video incredibili per i tour
di Madonna, qual'è il ricordo più bello che
hai del tuo lavoro con lui?
JW: Per Storm ho dovuto danzare sotto una doccia
di acqua gelata. E' stato molto difficile ma allo stesso
tempo incredibilmente divertente. Dago ha molto talento.
MT: Nel tour di Paulina hai ricoperto il ruolo
di Dance Captain. E' stata la prima volta? Immagino che
ti abbia portato maggiori responsabilità ma sia anche
stato più eccitante. Che importanza ha questo momento
nella tua carriera?
JW: E' una cosa molto bella, Paulina mi
ha scelto per fare da tramite tra loro e la nostra squadra.
Devo assicurarmi che tutti i ballerini siano in perfetta
forma e tirati a lucido prima di ogni spettacolo. Mi diverto
molto a farlo.
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MT: Proviamo a pensare a come sarà
Jull tra qualche anno. Come ti piacerebbe vedere la tua
carriera evolversi? Per molti ballerini passare dall'essere
sul palcoscenico a diventare coreografi e registi è
una sorta di evoluzione naturale, piacerebbe anche a te
ritrovarti in un ruolo dl genere?
JW: In effetti io sono anche attore,
e adoro recitare. Quindi aggiungi alla formula Jull sul
grande schermo impeganto in alcuni ruoli molto interessanti.
MT: A cosa stai lavorando in questo momento,
cosa possono aspettarsi i tuoi fan da te nel prossimo
futuro?
JW: Per ora sono ancora in tour con Paulina
Rubio. Credo che la nostra ultima tappa sia Portorico
(casa) alla fine di Maggio.
MT: Sia nella tua vita personale che
nella tua formazione e nella tua carriera professionale
hai avuto modo di essere parte di progetti di risonanza
mondiale e in altri più legati alla cultura latina.
A volte quando si parla di "latin" capita di
incorrere in equivoci e in una sorta di sensazione per
la quale - per quanto grande l'artista possa essere -
finirà sempre per essere considerato parte di una
cultura regionale minore.
La cultura latina ha radici importanti e moltissima energia
e talento da condividere con il mondo intero. Che idea
ti sei fatto di tutto questo?
JW: Credo di avere una prospettiva diversa.
Io sono latino e sono cresciuto in questa cultura vibrante.
Per questo, ad essere sincero, dentro di me non ho mai
pensato alla cultura latina come qualcosa di piccolo o
solo regionale.
L'ho sempre vista come qualcosa di sconfinato, che ricopre
tantissimi paesi diversi.
Credo che la percezione che ne si ha sia diversa quando
ci sei cresciuto dentro.
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MT:
Jull, grazie infinite per aver dedicato un po' del tuo tempo
a Madonnatribe. E' stato bello vederti sul palco con Madonna
e speriamo che questa intervista aiuti i nostri lettori
a conoscerti un po' di più. In bocca al lupo per
tutto!
JW: Grazie!
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