MadonnaTribe è fiera di presentare ai suoi lettori quest'intervista con Sir Tim Rice, il famoso paroliere di "Evita".

Tim Rice ha iniziato la sua carriera con l'intenzione di diventare avvocato, ma molto presto si è trovato a lavorare per la EMI diventando l'autore di testi indimenticabili per musical di fama internazionale come "Joseph and the Amazing Technicolor Dreamcoat", "Jesus Christ Superstar", "Evita", "Chess", o film Disney di grande successo come "Il Re Leone", "Aladdin", o ancora produzioni teatrali come "Aida" e "Beauty And The Beast".

 
 
Per il suo lavoro gli sono stati riconosciuti numerosi primi tra cui 12 Ivor Novello Awards, 4 Tony, e 3 Oscar.
Tim è entrato a far parte della Songwriters Hall of Fame nel 1999 ed è stato insignito del titolo di baronetto nel 1994. Durante le repliche della edizione revival di "Jesus Christ Superstar" nel 2000, ha avuto un totale di quattro spettacoli in scena contemporaneamente a Broadway, recordo poi eguagliato in Giappone quando, con la prima di "Aida" nel 2003, ha avuto quattro produzioni in scena allo stesso tempo.

Tim parlerà con noi sulle origini del musical "Evita", del brano vincitore del premio Oscar "You Must Love Me", dei diversi titoli che "Don't Cry For Me Argentina" ha avuto prima di diventare un classico, della versione cinematografica diretta da Alan Parker e, naturalmente, ci parlerà della sua esperienza e delle sue impressioni sulla Regina del Pop.



MadonnaTribe
: Tim, grazie mille per aver accettato questa intervista con MadonnaTribe!

Tim Rice: E' un piacere.

MT: Si racconta che l'idea originaria di creare un musican sulla vita di Eva Peron ti sia venuta quando ti capitò di sentire un programma su di lei di dieci minuti alla radio mentre eri in auto nel 1973.

Quali furono gli elementi che ti fecero capire chiaramente che c'era del materiale sostanzioso per crearne un musical di successo?


 

TR: Non saprei, è stata semplicemente la storia ad avermi interessato quando ascoltai quel pezzetto alla radio e pensai a quel tempo che eravamo fortunati, avevamo avuto un grande successo con "Jesus Christ Superstar" e ci stavamo chiedendo a cosa lavorare dopo.
Ho pensato all'improvviso, questa è una storia davvero interessante e non ricordo se ho pensato subito che fosse qualcosa da cui poter trarre un musical.

Ma di sicuro ho voluto ascoltare il programma radiofonico completo, perchè avevo avuto la possibilità di sentirne solo un breve passaggio. Erano circa 10 minuti, e avevo perso l'inizio. Appena ho avuto la possibilità di ascoltare la replica della trasmissione mi sono reso conto di come fosse un grande storia e gradualmente ho pensato che fosse qualcosa su cui avremmo forse potuto lavorare.

 
 


MT
: Parliamo un attimo del film, "Evita" uscì nel 1996. Vi è stato chiesto di scrivere una nuova canzone per la versione cinematografica del musical e avete composto "You Must Love Me", il brano che poi vinse l'Oscar.
Qual'è l'idea dietro questo brano e come è stato concepito?

TR: Il brano è nato semplicemente come tutte le altre di Evita, che non sono composte tanto come canzoni vere e proprie quanto piuttosto come scene o episodi all'interno di un racconto, con molte parti di dialogo in cui il cantato è appena accennato, forse è stata una cosa un po' ingiusta, ma c'era un passaggio musciale piuttosto complesso tra Peron e Eva e credo che il regista avesse la sensazione che non sarebbe stato trasposto in modo soddisfacente nel film.
Per questo abbiamo deciso di semplificarlo e di inserire una nuova canzone, cosa che ci ha anche dato la possibilità di vincere un Oscar perchè è necessario che il brano sia inedito per poter concorrere agli Oscar.

 

Credo che la ragione sia stata piu' che altro quella.
Volevamo una canzone che mostrasse i pensieri di Eva nel momento in cui si rendeva conto del fatto che stava per morire.


MT: E nel film Madonna l'ha interpretata in modo stupendo...

TR: L'ha fatta moto bene, è vero. Ottima incisione e ottima interpretazione e mi ha fatto molto piacere che abbia vinto l'Oscar. Penso che sia stata davvero sfortunata a non aver avuto la nomination come migliore attrice per l'Oscar.

MT
: Ha vinto il Golden Globe...

TR: Si, quella è stata una cosa molto bella! Ero presente la sera della premiazione.

MT: Oltre a "You Must Love Me", qual'è stato il tuo coinvolgimento nella realizzazione del film?

TR: Non è stato molto, ad essere sincero. I registi non amano avere gli autori che gli gironzolano intorno.

Ho fatto delle critiche su un paio di dettagli marginali come dei cambi nei testi delle canzoni, ma non sono state prese in considerazione, al che ho pensato che fosse inutile preoccuparsi più di tanto.

 
 

Ho lasciato che facessero quello che volevano. Con questo voglio dire che ci sono stati uno o due cambiamenti nei testi che ho considerato sciocchi, ma erano davvero piccoli dettagli, che nessuno avrebbe notato. Ma questo è quello che la gente fa di solito, quell'istinto di dover lasciare il proprio marchio sulle cose cambiandole, o una cosa del genere.

MT: Questo ci porta alla prossima domanda.
Cosa pensi del fatto che "Another Suitcase in Another Hall" sia interpretata da Madonna nel film? Aiuta a descrivere il personaggio della giovane Eva.
Sei stato d'accordo con questa scelta?

 

TR: Ho delle opinioni ambivalenti su questa scelta. Credo che abbia funzionato con Madonna e che l'abbia interpretata senz'altro molto bene oltre al fatto che è stata un'altra occasione per pubblicare un disco di successo.
Ma allo stesso tempo fa perdere una delle linee narrative del racconto, e cioè il fatto che Peron manipolava le persone e le sue amanti esattamente allo stesso modo di Eva. Voglio dire, il personaggio è ancora presente nel film, ma ha appena una sola battuta.
Alcuni dicevano che nella scrittura originale il pezzo (Another Suitcase) era come incastrato a forza e non funzionava del tutto perchè era in qualche modo fuori contesto, ma a me non è mai sembrato che fosse davvero così. Penso che sia una bella canzone e una bella scena e il fatto che non fosse Eva a cantarla non significava che la scena non fosse ugualmente importante per lei.

Ma immagino che abbia funzionato discretamente il fatto che a cantarla sia stata Madonna, anche se io avrei forse pensato a una soluzione di compromesso.
Avrei optato per avere Madonna che cantava un verso della canzone, per poi dare tutto il resto all'altra ragazza e tornare alla fine su di Eva.

Comunque ha funzionato bene anche così, la cosa non mi ha infastidito più di tanto.


MT: "Don't Cry For Me Argentina" è ormai diventato un classico. Ci puoi raccontare qualcuno dei tuoi ricordi del giorno che hai scritto le parole di un brano così forte? Come è nata la canzone?

TR: Il testo è stato scritto durante un periodo di tempo piuttosto lungo, é stato un pezzo difficile da completare.
Il titolo arrivò praticamente all'ultimo minuto. Trovare il titolo è una cosa difficile perchè non avevamo idea di come chiamare la canzone, e per un certo periodo ci affascinava l'idea di creare una canzone che funzionasse anche da sola, che potesse essere anche considerata una canzone d'amore.

Ha avuto dei titoli terribili come
"It’s Only Your Lover Returning" a anche "My Wild Days".
Esiste una versione cantata da Julie Covington su una delle compilation di brani di Andrew [Lloyd Webber] dove il testo cantato è "it’s only your lover returning" e proprio non funziona.
E' esattamente la stessa in tutti gli altri aspetti, stesso testo, stesso arrangiamento, stessa melodia. Ma quando sbagli titolo, hai ucciso il brano.
Alla fine, la frase "
Don’t cry for me Argentina" era già presente in altre parti già dall'inizio del musical, e tutti hanno pensato che fosse una bella frase e per questo l'abbiamo fatta diventare il titolo della canzone.

La canzone in se non ha quasi senso.
Voglio dire, "Don’t cry for me Argentina" è un'intera canzone ma in qualche modo non è fatta per esserlo, non è stata scritta come una canzone, ma come una scena all'interno di una rappresentazione.

E' pensata come una rassegna di luoghi comuni della politica, qualcosa che debba sembrare accattivante ma non dica davvero granché. Ma direi che ha funzionato bene, cosa bizzarra, come brano anche al di fuori del suo contesto.

Per questo, alla fine, ci siamo ritrovati ad avere quel pezzo di successo che avevamo cercato originariamente, ma nel modo sbagliato.




 

MT: Durante il re-Invention, il suo tour di grande successo dello scorso anno, Madonna non si è limitata a re-inventare il suo repertorio di classici ma ha anche aggiunto allo spettacolo uno dei momenti più belli di Evita: "Lament". Hai avuto modo di vedere il concerto, e cosa pensi di "Lament" re-Invented?

TR: No, in effetti non l'ho visto. Non ho avuto occasione di vederlo. Per mancanza d'iniziativa, credo. Ho saputo che ha cantato "Lament" in quel modo e che era sulla sedia elettrica. Ad essere sicnero, semplicemente non ricordo di aver avuto un'occasione di vederlo, forse non ero nel posto giusto al momento giusto.

MT: Credo che il DVD esca verso la fine dell'anno...

TR: Ah bene, alla fine avrò modo di vederlo allora.

 


MT
: Quale era l'idea che ti eri fatto di Madonna prima di Evita, l'esperienza del film ha cambiato la percezione che avevi di lei?

TR: No, credo di no. L'idea che avevo era che fosse un'artista con un grande talento. La sua musica aveva una gran forza e molti dei sui brani erano chiaramente al di sopra delle comuni canzoni della musica pop, erano canzoni che sarebbero durate oltre l'interpretazione che lei aveva dato loro.
Credo che sia giusto dire che, musicalmente parlando, preferisco di gran lunga le sue prime cose a quelle più recenti.




Forse perchè le sue ultime cose sono più contemporanee. Si é mossa al passo coi tempi ma mi sembra che per certi aspetti si sia trattato più di sound e del valore della produzione che delle canzoni in se.
Credo che sia un'artista raffinata e ero molto favorevole al fatto che fosse lei ad avere la parte piuttosto che alcune delle altre attrici che si erano mostrate interessate ma che credo che non sarebbero state giuste per quel ruolo come Meryl Streep e Michelle Pfeiffer e altri nomi dei quali si era discusso.
Ho ritenuto che lei fosse di gran lunga la miglior scelta perchè aveva la stoffa del personaggio, e per via dei parallelismi che vanno ovviamente fatti tra Eva Peron e Madonna.


MT: ...e sicuramente lei a quel ruolo ci teneva moltissimo.

TR
: Si, certamente sembrava volerlo molto e sono contento che abbia funzionato bene per lei.

MT
: Evita tornerà presto in scena a Londra...

TR: Sì, questa è l'intenzione e non sono sicuro di dove o con chi, ma credo che tornerà in scena durante il prossimo anno.

MT
: Pensi che la nuova edizione sarà influenzata dal film? "You Must Love Me" ne farà parte?

TR: Credo che "You Must Love Me" ci sarà. E' diventato un brano piuttosto conosciuto e credo che sarebbe bello includerlo. Non penso sia stata presa una decisione finale ma sarei sorpreso se non ne facesse parte.
E mi immaginerei che "Another Suitcase" tornasse all'amante di Peron, anche se magari potrei tirare fuori l'idea di darne un pezzo ad Eva e poi chissà, magari qualcuno prenderebbe il sopravvento (ride).

MT: Parlando di re-invenzioni, ci sono state molte versioni di "Don't Cry For Me Argentina" realizzate con stili diversi. Da "Disco Evita" ai "Miami Remixes" di Pablo Flores e Madonna.
Cosa pensi del fatto che questa bellissima ballad sia stata trasformata in un potente brano dance?

TR: Oh, mi fa molto piacere. E' un bel pezzo. Un brano molto forte può essere arrangiato in quasi ogni possibile maniera e credo che "Don't Cry For Me Argentina" sia uno dei migliori pezzi di Andrew e mi fa piacere ascoltarlo in tutte le versioni differenti, o quasi. Non è detto che tutte mi piacciano ma é sempre interessante ascoltare delle versioni nuove e credo che i remix dance di Madonna fossero ottimi.

 


MT
: MT: Ho uno dei remixes di Don't Cry For Me Argentina in macchina e mi mette una gran carica, cosa che mi sorprende perchè di solito l'ascolto come brano lento.

TR: Ah ah, non è male sentirla velocizzara un po' di tanto in tanto, perchè è una canzone piuttosto lunga (ride).

 
 

MT: Hai partecipato alla premiere di Evita a Londra nel Dicembre 1996, ci sono dei ricordi particolari che hai di quella volta? Eri nervoso aspettando di vedere il risultato finale del lavoro di Alan Parker e di vedere come si era rapportato con la tua creatura?

TR
: Ad essere sinceri credo che non fossi affatto nervoso. Non avevo visto il film prima. Avevo visto un piccolo filmato e pensavo fosse molto buono. Ero pieno di meraviglia e incuriosito, davvero, era come andare a vedere un film.

Non ricordo molto della serata a dire il vero. C'è stata una festa dopo la proiezione alla quale sono andato di certo, ma sai com'è, molta dell'attenzione era accentrata su Madonna, che era presente alla serata.
Ma io ero contento, mi faceva piacere che fosse qualcun altro ad essere sotto tiro...

MT: Ho un ricordo della premiere di Los Angeles, quando il tuo nome è apparso nei titoli di testa all'inizio del film, è partito questo applauso enorme e tutti battevano le mani, e ho pensato che fosse una cosa davvero bella.

TR: Oh davvero, aha!

MT: Hai lavorato con Sir Elton John alle canzoni del "Re Leone" della Disney e immagino che tu lo conosca molto bene. Di recente Elton ha fatto dei commenti sul fatto che Madonna non canti dal vivo durante i suoi concerti. Cosa ne pensi?

TR: Non ho visto i suoi spettacoli di recente.
Quindi non posso esprimermi, non so se canti dal vivo oppure no, ma sono sicuro che canti dal vivo la maggior parte del tempo.
Ma se sei sul palco saltando e ballando e facendo questo genere di cose, è impossibile cantare dal vivo. Una performance live non significa necessariamente solo il fatto di cantare dal vivo, devi muoverti e vuoi delle coreografie e tutto il testo, e allora credo che sia comprensibile il fatto che delle parti siano in playback. Credo sia fisicamente impossibile fare altrimenti.

Credo che dal punto di vista tecnico puoi considerarlo uno spettacolo dal vivo anche se usi il playback per alcune parti, a patto che tu sia impegnato in qualcos'altro in quei momenti.

 

Sostanzialmente io non ho una grande passione per le coreografie, ad ogni modo. Le trovo piuttosto noiose, parlando in generale. Va da se che delle coreografie straordinariamente belle, inserite in quantità ragionevole, attirano l'attenzione, ma nella maggior parte dei casi è qualcosa di piuttosto noioso e senza un valore particolare.
P ersonalmente, preferirei ascoltare qualcuno cantare dal vivo la maggior parte del tempo, se non per l'intera durata dello spettacolo.
Ma se gli artisti non vogliono, e preferiscono spingere sulle parti di danza, è una loro prerogativa.

Ma non credo che abbia davvero importanza il fatto che qualcuno usi il playback quando è impegnato a fare qualcos'altro.

 


 


MT
: Quale è la tua canzone o il tuo tema preferito da Evita?

TR: Non saprei. E' difficile dare un giudizio sul tuo lavoro, ed è qualcosa che cambia molto.
A volte pensi che una canzone sia piuttosto bella e poi pensi lo stesso di un'altra, e poi credi che siano tutte quante terribili, cose così. Ma mi è sempre piaciuta "High Flying Adored", che è una bella canzone... e che altro...

In un certo senso funziona come un insieme, tendo a non pensarlo come ad un insieme di brani individuali.

Fa sempre piacere ascoltarne una o due alla radio, cosa che succede di tanto in tanto ma la maggior parte delle stazioni radiofoniche è abbastanza priva di immaginazione e quasi sempre suonano soltanto "Don't Cry For Me Argentina". Sì, credo che probabilmente "High Flying Adored" sia la mia preferita.

 



MT: C'è stata una volta che la stavo sentendo in auto, e mi sono subito emozionata e mi ha rattristato...

TR: Oh, mi dispiace! (ride)


MT: Non c'è problema (ride), é una canzone che mi ricorda le persone che crescono senza che nessuno sappia chi siano, ed é per questo che mi ha fatto sentire così.

TR: Bene!

MT: C'é qualcosa del film che non ti piace o una scena pearticolare che pensi potrebbe essere stata realizzata meglio?

TR: No, credo che Alan [Parker] abbia fatto un ottimo lavoro. le mie uniche osservazioni sono state su quel paio di cambiamenti nei testi delle canzoni di cui ti parlavo.
C'è un pezzo dove hanno cambiato la battuta di Che guevara da "no money..." (niente soldi) Credo che comici con "Eva Peron had every disadvantage you need if you’re going to succeed" (Eva Peron era svantaggiata in tutti i modi di cui hai bisogno se sei destinato a farcela) e le parole originali dicevano "no money no class" (niente sioldi niente classe) e sono state cambiate in "no money no cash" (niente soldi niente denaro) e io lo feci notare la prima volta che ascoltai la olonna sonora e dissi "questo é chiaramente un errore e Antonio Banderas non ha recepito bene la frase perchè chiaramente non può essere "no money no cash" perchè sono sinonimi".
E mi è stato risposto "no, è stato fatto intenzionalmente" e io rispoosi "d'accordo, fa lo stesso, con puoi cambiarlo in questo modo, è una cosa stupida".


E ad ogni modo quella era solo una parte del problema. Eva veniva da una classe umile e loro obiettarono "ma no, aveva moltissima classe" e io risposi "ma certo che aveva un suo stile ma la classe nel senso in cui la intende Magaldi era il fatto che fosse "lower class", che venisse dalla classe operaia".
E poi aveva 16, 17 anni e non aveva avuto il tempo materiale durante la sua vita per diventare una persona di classe e anche se l'avesse avuto, Magaldi non sarebbe stato in grado di accorgersene.

Quindi la risposta alla tua domanda è, la battuta di Che Guevara, riferita alla relazione di Eva con Magaldi.
Credo che fosse una cose banalmente stupida.


Ce n'é anche un'altra, stupida allo stesso modo, dove Peron dice delle cose riferite al periodo dell'esilio, dice qualcosa come "Mi immagino noi che stiamo seduti sulla terrazza" e un altro pezzo su fare "colazione a letto" e "fare cruciverba e cose di quel genere" e quella parte è stata cambiata in "far niente" e io dissi "scusa, ma perchè hai cambiato quel pezzo?" E non sono riuscito ad avere una risposta soddisfacente.

La risposta é stata "le parole crociate sono un passatempo da ceto medio", al che risposi "beh, Peron era molto un tipo del ceto medio", e mi piace l'idea di questo tempo in cui Eva e Peron oziavano facendo parole crociate che in effetti è non far niente.

E' un modo di rendere l'idea più sottile che dire semplicemente "far niente", credo, perchè loro non è che non stessero facendo niente, stavano solo viveno una vita sosoesa nell'ozio, o sognando della possibilità di vivere una vita oziosa.


 


Ma in generale, credo che il film sia stato girato molto bene. Credo che Madonna sia stata formidabile. Credo che Jimmy Nail sia stato eccezionale, davvero bravo.
Antonio [Banderas]
é stato molto bravo, solo qualche piccolo problema nell'ascoltare le parole a volte.
In "The Lady’s Got Potential" credo di non essere stato realmente in grado di capire quello che succedeva. Ma non ha importanza, credo che sia solo a chi scrive i testi che importi davvero se riesci a sentire tutte le parole correttamente. La maggior parte della gente, sai com'è, le lascia semplicemente scorrere via.

MT: E' tutto, grazie infinite per averci dedicato il tuo tempo per questa intervista!

TR:
Di niente! Grazie a voi

 

Il team di MadonnaTribe vuole ringraziare Sir Tim Rice per la sua gentilezza
e per aver datto a tutti il dono di così tante incredibili canzoni che resteranno per sempre.

Intervista raccolta da Angie Hung
Scritta da TheImmaculate e Angie Hung
Copyright 2005 MadonnaTribe