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Tra tutti gli artisti che hanno condiviso il proprio talento
con la Regina del Pop e che abbiamo avuto la possibilità
di intervistare su MadonnaTribe, nessuno ha probabilmente
avuto un coinvolgimento così profondo nel processo
creativo delle più incredibili performance di Madonna
degli ultimi anni quanto Mr. Jamie King.
Dalla loro prima collaborazione sul set di "Human Nature"
al "re-Invention", Jamie ha diretto, coreografato
e ideato video, show televisivi, tour mondiali, contribuendo
a lasciare nella memoria di tutti noi quelle immagini forti
e quelle sensazioni indelebili che Madonna continua a darci
ogni volta.
Eccoci quindi ad incontrare Jamie, che ci ha dedicato un
po' del suo tempo per questa intervista esclusiva, raccontandoci
la sua storia, i momenti più belli della sua carriera,
i retroscena dei percorsi creativi e i molti livelli di
lettura di tante incredibili performance, e naturalmente,
il suo rapporto con la donna che tutti amiamo.
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MadonnaTribe: Ciao
Jamie, benvenuto su Madonna Tribe. In che modo la musica
e la danza sono entrate a far parte della tua vita?
Jamie King: La musica e la danza hanno
sempre fatto parte della mia vita. E' cominciato con la
danza perchè fin da quando ero bambino me ne andavo
in giro per casa ballando ed era qualcosa che avevo dentro
di me, nel mio corpo.
Non è che abbia davvero avuto scelta, quello era
il mio modo di esprimermi.
Aveva più a che fare con la danza che con la parola.
Poi è arrivata la musica perchè, come sapete,
quando balli hai bisogna di una musica sulla quale ballare.
In questo modo sono diventato un grande appassionato di
musica, collezionando e conoscendo ogni cosa, tutto quanto
riguardava la musica.
MT: Prince è uno dei primi artisti
con cui hai lavorato. Quali sono le cose che ti ha insegnato
che ti sono state più utili in seguito?
JK: Ecco, questa è una storia
molto interessante per quanto mi riguarda.
Ne stavo parlando giusto l'altro giorno con un amico.
E' interessante perchè quando ero ragazzo ero un
grande, grandissimo fan di Prince.
Ed è interessante come funzionino le cose nella
vita perchè per quella stessa persona mi sono trovato
a lavorare per tre anni e mezzo, ed è stata un'esperienza
così incredibile.
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Facevo il ballerino con Michael Jackson in quel periodo
e Prince mi ha trovato - per così dire - e mi ha
detto "Tu non dovresti ballare, dovresti venire in
giro con me" e la mia risposta è stata "Come?"
e lui mi disse "Dovresti lavorare con me e dovresti
fare il regista, il coreografo, e dire alle persone quello
che devono fare".
"Vedo qualcosa dentro di te, tu hai la capacità
di visualizzare le cose".
E me ne ricordo così bene perchè ho detto
qualcosa come "Io? Davvero? Pensi che io abbia intuito?
ma tu sei Prince! Capisci che voglio dire".
E così per i tre anni e mezo successivi mi prese
sotto la sua ala protettrice e mi ha davvero insegnato tutto
sull'industria della musica, ognuna delle cose che faccio
oggi. Come se fosse la mia guida. Lui è favvero la
persona che mi ha portato lì dove sono oggi. |
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MT: Qual'è
stata la prima volta che hai incontrato Madonna?
JK: Altra cosa interessante, è
stato proprio mentre lavoravo per Prince, stavo lavorando
per gli American Music Awards, stavo preparando un tributo
a Prince, una performance di venti minuti e lei era seduta
nella platea perchè avrebbe cantato quell'anno...
quella canzone con Babyface...
MT: "Take
A Bow".
JK: Si, "Take
A Bow" con Babyface, vestita alla cinese, insomma
era lì nel pubblico e io feci questo tributo nel
quale facevo la parte di Prince per la prima metà,
avevo il ruolo di Prince per i primi sei dei dodici minuti
complessivi e Prince interpretava se stesso per i sei
minuti finali ma non voleva fare nessuno dei suoi vecchi
successi e così fui io a farli al posto suo.
Per cui entravo in scena con i suoi costumi.
Avevo i capelli ossigenati e Madonna era seduta proprio
li e mi ricordi di averla vista tra il pubblico.
Insomma, qualche giorno dopo lo spettacolo, per cui ci
meritammo una standing ovation, Madonna mi chiamò
e disse una cosa come "Jamie sono Madonna",
e io "Cosa?". Mi disse "Ti ho visto allo
spettacolo e penso che fosse davvero molto bello".
Quando Prince entrò in scena all'inizio, che poi
in realtà ero io, lei ebbe la percezione che Prince
avesse cambiato davvero il suo stile e questo le era piaciuto
molto.
Disse "Mi sono piaciuti i suoi capelli biondo ossigenato
e poi ho scoperto che eri tu, e ho voluto sapere chi fossi".
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Poi
mi disse anche che avrebbe girato questo nuovo video - "Human
Nature" era il nome del brano - e che voleva lavorare
con me. Tutto quello che è venuto dopo è partito
da li.
MT: E' bello e interessante vedere come questa
è la storia di una evoluzione... |
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JK:
Per me era un altro sogno che si avverava perchè
ero anche un grande fan di Madonna e da ragazzo mi era piaciuto
moltissimo tutto quello che aveva significato e tutto ciò
che lei rappresentava. Sono rimasto sconvolto quando mi
ha chiamato per parlare con me di quei miei capelli biondo
ossigenato.
Ho pensato che fosse un cosa bellissima. E lei voleva conoscermi!
MT: E come è stata poi
la tua esperienza sul set di "Human Nature"?
JK: Ti dico la verità. nessuno conosce
questa storia, me ne hai fatto ricordare giusto adesso.
A dire il vero quando la prima volta che mi ha chiamò
e mi disse che voleva lavorare con me mi aveva chiesto di
occuparmi della coregrafia di quello show a Londra... credo
fosse proprio Londra, una premiazione a Londra, dove aveva
dei capelli lunghissimi come Donatella Versace...
MT: Si, era la performance di "Bedtime
Story"ai Brits Awards a London.
JK: C'erano due ballerini e Madonna voleva
me come uno dei due, sai che cosa le risposi? Le dissi che
non pensavo di essere la persona giusta per quel lavoro.
Ci credi?
MT: Wow!
JK: Voleva due ragazzi. Voleva me e un
altro ragazzo che si chiamava Sebastian. Voleva due che
sembrassero gemelli.
E le dissi "Non credo di assomigliare a Sebastian,
non penso sia la parte giusta per me" e credo che le
suggerii di prendere Luca [Tommassini].
"Loro due si somigliano di più, dovresti prendere
loro"
Le chiesi se voleva che facessi la coreografia per la canzone
e alla fine non scelse me per la coreografia di quella performance
e io mi sentii a pezzi.
Ma poi mi chiamò più in là per "Human
Nature" e allora quando chiamò mi incontrari
con Alek Keshishian, il regista di "A Letto con Madonna",
e gli presentai tutte le mie idee per il video.
Le piacquero tutte le idee delle quali le parlai e
per questo mi disse di incontrare Alek e io diedi a lui
tutte le mie idee.
Ma dopo l'incontro mi arrivò una telefonata in cui
mi diceva "Sai, non lo facciamo più il video",
e così mi sono sentito a pezzi un'altra volta.
MT: Aha!
JK: Ahaha, dopo di che un mese dopo mi richiamò
e disse "Jamie le tue idee mi piacciono davvero e quindi
ora voglio che tu incontri quest'altro regista, Jean Baptiste
Mondino, e questa volta lo facciamo sul serio."
Così le dissi "ok" e quello è stato
il momento in cui è cominciata, in un certo senso.
Andai a casa sua per la prima volta e mi ricordo mentre
salivo in ascensore in quel castello in cui viveva. Mi ricordo
che aveva un odore buonissimo.
Madonna ha sempre un odore fresco e incredibile, ed eravamo
seduti sul pavimento nel soggiorno guardando dei vecchi
libri di questo celebre illustratore, Eric Satnton, che
ha ispirato molto "Human Nature", l'ambientazione
e il tipo di immagini che abbiamo usato in tutto il video.
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Per me vedere qualcuno così simile a me nel suo modo
di raccogliere immagini, traendo ispirazione dalle riviste
e da tanti libri d'arte diversi...
Mi
prese molto perchè è la stessa cosa che faccio
io.
E così ci sedemmo e riuscimmo a tirar fuori idee
e guardare fotografie e parlare dei costumi immediatamente
appena incominciato. E uscii da quell'incontro con una sensazione
molto positiva su come sarebbero andate le cose per non
parlare del fatto che lei mi lasciò completamente
libero, diceva "Dacci dentro Jamie, fai qualcosa di
pazzesco", ed è quello che ho fatto. |
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MT: Quindi il tuo rapporto con Madonna
è cominciato proprio come un incontro di idee e
talento. La trovo una cosa molto bella.
JK: Si.
MT: Il progetto successivo al quale hai
lavorato cone lei è poi stato il video di "Don't
Tell Me", o c'è stato altro nel frattempo?
JK: Oh, bella domanda (ride). Sì,
è stato il video di"Don't Tell Me".
MT: Ancora Mondino quindi.
JK: Sì, ancora Mondino, il rapporto
che si era instaurato era molto bello, noi tre di nuovo
insieme era una situazione in cui mettevamo in comune
le nostre idee in un modo molto bello, ed è una
gran cosa quando puoi trovare una situazione del genere
sul set. E' davvero bella l'intesa che abbiamo noi tre
e lui è davvero come il maestro della fotografia.
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Sappiamo che
qualsiasi idea ci venga in mente, lui la girerà in
modo stupendo. Ci sediamo e lui non prende appunti di sceneggiatura
più di tanto. Capita che abbiamo un'idea e Madonna
ed io ne abbiamo spesso molte e di solito io propongo
una bozza di sceneggiatura che Mondino poi realizza e Madonna
approva. Semplicemente, è davvero una
bellissima collaborazione.
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MT:
E dopo venne il tour promozionale per "Music",
conosciuto anche come il "Rock N Roll Circus".
Avevi avuto la sensazione che avresti poi continuato curando
la regia del tour mondiale o è successo in modo inaspettato?
JK: Assolutamente si. Quando fui chiamato
a lavorare a questo "Rock N Roll Circus" ero innanzitutto
molto eccitato dall'idea e molto felice ma la cosa che mi
rendeva ancor più eccitato era il fatto che in realtà
ero convinto... sapevo che avrebbe fatto di seguito un grande
tour e io ci tenevo tantissimo a lavorare su quello, volevo
davvero essere il regista del suo tour perchè avevo
così tante idee sul modo in cui volevo che Madonna
venisse rappresentata.
Sono sempre ossessionato dal come voglio che Madonna si
proponga la volta successiva, è questa la mia ossessione
(ride).
Ha avuto così tante incarnazioni per cui è
come una sfida per me il modo in cui posso mostrarla la
pubblico la volta successiva.
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MT: Il tuo ruolo di regista e il tuo coinvolgimento
nel processo creativo sono cambiati dal "Drowned World"
al "re-Invention" tour?
JK: E' stato più che altro un coinvolgimento
maggiore, davvero.
A partire da quel tour promozionale che è stato fatto
soprattutto da molto divertimento, buttando lì le
idee insieme e divertendoci. Hai avuto modo di vederlo?
MT: Si.
JK: Per me rivedere Madonna sul palcoscenico
per quel mini tour è stato così bello.
Aveva appena avuto un bambino ed era bellissimo vederla
semplicemente divertirsi.
MT: Sì, era veramente fantastica.
JK: Si, guarda, davvero,
era così bello e tutti erano così felici e
quando poi é stato il momento del "Drowned World
Tour"... è diventato più cupo.
E' stata una fase più buia nel rapporto che è
qualcosa che mi piace sempre. Sono sempre molto attratto
dal lato oscuro.
La sua musica in quel periodo era davvero piuttosto introspettiva
e cupa e perciò quel tour non poteva che riflettere
quella fase.
E pensavo a quel tempo che fosse davvero importante che
Madonna non si "svendesse" e non si limitasse
a cantare i suoi successi, e solo quelli, ma che invece
si concentrasse sul suo materiale più recente perchè
quella era la persona in cui si era evoluta e quello era
il suo modo di essere in quel momento.
Ci furono molte
discussioni perchè ci sono manager coinvolti, c'è
la casa discografica.
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La gente si preoccupa del fatto che tu debba fare i grandi
successi. E quello che rende Madonna così grande
è il fatto che lei sa che deve fare quello che è
giusto per lei, e il farlo è il suo modo di affermare
qualcosa.
Ho la sensazione che il "Drowned World Tour" fosse
l'espressione di colei in cui Madonna si era evoluta, e
per questo dovevi fare i conti con la sua parte oscura,
una versione molto introspettiva e cupa di lei, per poter
arrivare a quella tappa successiva che è stato il
"re-Invention" tour. Capisci quello che intendo?
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MT: Sì, perfettamente. A dirti la
verità nelle domande che avevo buttato giù
per il "Drowned World Tour" avevo usato proprio
quelle stesse parole, "cupo" e "introspettivo"
per definire lo show.
JK: Ma non era premeditato.
Le cose sono andate letteralmente così: quando Madonna
ed io abbiamo avuto i primi incontri sul "Drowned World
Tour" io avevo una serie di idee, e così lei.
Ma quando abbiamo cominciato a suonare la musica e siamo
arrivati a "Ray of Light" che era così
"trance" e così malinconica, e c'era anche
una canzone sul suicidio, e "Mer Girl" che è
una canzone che parla della morte. Era molto cupo ma non
avevamo scelta, dovevamo esplorare il lato oscuro.
E per tanti anni Madonna era stata così: tutto richiamava
la bellezza, arte, luci, immagini positive e potenti e per
questo era interessante vederla in un certo senso trasformata
in questa specie di personaggio oscuro. Era qualcosa di
molto intrigante.
E in quel periodo Madonna era anche ossessionata dal tema
della Geisha che è esso stesso qualcosa di molto
dark. Nonostante sia un ruolo tanto ambito che ci si creda
o no, il fatto di essere una prostituta non ha nessun senso,
ma a ciò si accompagna un lato molto oscuro. E lo
abbiamo trasportato nel tour.
MT: Sono stati in molti ad avere la sensazione
che il "re-Invention", a differenza del "Drowned
World Tour", è stato creato avendo in mente
i fan. Cosa ne pensi, dal tuo punto di vista?
JK: credo che Madonna
per prima cosa faccia sempre quello che sente giusto per
il momento e per lei. Madonna é un'artista, una vera
artista.
Ha bisogno di poter esplorare e diventare quello che è
al momento. Era lei stessa il "re-Invention Tour"
al momento del "re-Invention Tour". Ed era il"Drowned
World Tour" al momento di quel tour.
Non penso che Madonna, per quanto ami e adori i suoi fanmì,
faccia mai qualcosa per loro dietro una richiesta specifica,
se capsici quello che intendo. Per lei si tratta più
di ispirare i fan e ispirare il mondo.
E con questo non puoi sempre fare quello che ti dicono di
fare.
Devi essere un leader, non un seguace. Lei deve fare ciò
che si sente di fare al momento. Che è poi, credo
sia il motivo per cui gode di un così grande rispetto,
con la speranza che i fan approvino le sue scelte e capiscano
che quello è ciò che devi fare se vuoi essere
un vero artista.
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MT:
Assolutamente. Parlando di re-Invention, come è stato
scelto il nome "re-Invention Tour"?
JK: Dunque,
quella é stata un'idea di Madonna. Ha trovato quel
nome perchè per anni tutti quanti hanno sempre detto
che lei è una che si re-inventa. E nel tipico stile
di Madonna ci ha giocato sopra e lo ha usato contro... quelli
che l'usavano.
MT: Hai avuto anche un grande coinvolgimento
nella ideazione del palco del re-Invention tour, abbiamo
sentito storie che raccontano di come tu sia andato una
volta a casa di Madonna portando con te una scatola e dicendole
"questa è la mia idea..."
JK: Oh sì, come fai a sapere tutte
queste cose accidenti (ride).. wow...
Beh, Madonna mi chiama "Crazy", è questo
il mio soprannome, perchè nel tour promozionale per Music volevo
che si tuffasse tra la folla dal palco e la sua reazione
è stata "you're crazy - sei pazzo", ma
poi alla fine lo ha fatto.
Volevo che lei facesse la scena del bacio agli MTV Awards,
bacia Britney, bacia Christina, e lei fece "Cosa?"
Io dissi "E' un matrimonio, alla fine dei matrimoni
ci si bacia..."
MT: Certo, faceva la parte dello sposo
in fondo.
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JK:
Ma spesso mi presento a casa sua con delle cose un po' pazze
e quella volta avevo una scatola di scarpe Gucci che mi
ero fatto dare da uno dei miei assistenti ed avevo in pratica
trasformato la scatola in un palcoscenico.
Avevo avuto da poco questa idea per il palco e lei aveva
avuto delle idee durante l'anno precedente che mi aveva mandato
per email e quello che avevo fatto era stato metterle insieme
in quella piccola scatola da scarpe.
Io non sono un progettista di palcoscenici ma ogni anno,
ogni volta con Madonna, in ogni sua nuova incarnazione provo
a fare qualcosa di più perchè fare sempre
di più è qualcosa che mi eccita e lei mi spinge
a fare di più e spinge anche sempre se stessa a fare
di più e così quest'ultima volta ho ideato
il palco e anche tutto quanto il resto che lo accompagnava.
Un lavoro che ha richiesto una quantità mostruosa
di tempo, dal preparare la scaletta delle canzoni con Madonna
all'occuparmi dei costumi e di tutte le sezioni dello spettacolo
e tutto il concept oltre a progettare il palco e ideare,
progettare e concettualizzare tutti gli elementi degli schermi
che avete visto.
MT: Si, gli schermi poi erano immensi,
probabilmente i più garndi che fosse possibile avere
al momento, credo?
JK: Li
abbiamo fatti fare apposta per noi. E' stata una cosa assurda.
E quello che abbiamo fatto e che io ho voluto fare non
era mai stata fatta prima.
A dire il vero, è una cosa piuttosto tecnica, gli
schermi che usano la tecnologia a led sono piuttosto comuni,
vengono usati ma sono così accecanti e luminosi da
risultare troppo invadenti, possono essere troppo potenti
e con la dimensione degli schermi che stavamo per usare
sarebbe stato troppo.
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Per
questo quello che feci è stato mettere una pelle,
qualcosa di simile a uno schermo cinematografico, al di
sopra dei led e in questo modo dare una maggiore diffusione
alla luce degli schermi led e farli sembrare più
come una proiezione che come dei led a luce diretta, e credo
sia venuto molto bene.
MT: Hai
anche diretto o sviluppato il concept di qualcosa di quello
che vedevamo sugli schermi?
JM: E' il mio amico Dago Gonzàlez
ad occuparsi di dirigere i video, Dago lavora con me in
ogni tour, Christina Aguilera, Pink e così via. Madonna
ed io abbiamo sempre delle idee per gli schermi, e Dago
dà un contributo molto grande e gira in modo perfetto esattamente quello
che abbiamo in mente. Ma io sono sempre presente perchè
tutta la coreografia e la scenografia e le idee sono mie
e il set è mio.
So quello che occorre per far si che le immagini appaiano
nel modo giusto. Per questo lavoro a strettissimo contatto
con Dago, potrebbe dirti che sono molto fastidioso a volte
e passo molte, molte ore al montaggio, montando i video
insieme a lui dopo che i suoi collaboratori sono crollati
dal sonno.
MT: Da come lo
racconti è un modo di lavorare bellissimo...
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